sensore grafene biofilm batterici"Monitoraggio in tempo reale dei biofilm batterici grazie ad un innovativo sensore a base di grafene sviluppato in Italia"
Continua il nuovo progetto DSCM di comunicazione della scienza nato dalla collaborazione con Microbiologia Italia. Il secondo articolo divulgativo è stato realizzato dalla Dott.ssa Noemi Violeta Poma Sajama, dal Dott. Federico Vivaldi e dal Dott. Andrea Bonini e curato dal Dott. Nicola Di Fidio. 

“Lo sviluppo di sensori chimici sembra destinato a rivoluzionare le potenzialità nel campo della chimica analitica. Le metodologie analitiche classiche richiedono il prelievo, il trasporto e, in molti casi, un trattamento del campione. Inoltre, esse richiedono spesso strumentazioni costose utilizzabili solo da personale altamente specializzato.
La chimica dei sensori nasce come soluzione a queste restrizioni e ricopre un largo campo di applicazione dove le strategie convenzionali, anche quando flessibili, risultano inadeguate. Inoltre, i sensori chimici sono di particolare interesse in quanto, non solo sono economici e facili da utilizzare, ma anche perché, se propriamente progettati, possono permettere il monitoraggio delle concentrazioni di un analita in tempo e talvolta in spazio reale.
Il controllo della formazione di biofilm batterici è di fondamentale importanza sia nel settore sanitario, per la cura di patologie (fibrosi cistica, tubercolosi, ecc.), per il miglioramento degli antibiotici, per la sicurezza di dispositivi medici e protesi (es. cateteri, placche dentali), sia nel settore industriale, per impedire l’ostruzione e il deterioramento delle condutture degli impianti (es. acquedotti). In particolare, la formazione di biofilm batterici su dispositivi medici e tessuti rappresenta una problematica di primaria importanza in quanto i biofilm sono responsabili di circa l’80% delle infezioni microbiche umane.
Secondo i giovani ricercatori: “La tecnica di trasduzione utilizzata, Open Circuit Potential (OCP), ha rilevato in modo efficiente la crescita del biofilm localizzata sulla superficie del sensore in terreni di coltura liquidi e semisolidi, mostrando una correlazione negativa significativa rispetto alla crescita batterica. Questa idea nasce dall’esigenza di provare a prevenire, controllare e curare le infezioni associate a biofilm batterici. La flessibilità della scheda di rilevamento rende questo sensore adatto ad applicazioni complesse legate alla salute umana, come ad esempio il monitoraggio dello sviluppo del biofilm nei dispositivi medici (es. lume dei cateteri) e nelle ferite croniche.”
L'articolo è disponibile al seguente link www.microbiologiaitalia.it/batteriologia/biofilm-sensore

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